Tradizioni

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Tradizioni2018-01-30T14:50:22+00:00

Le Terre del Cerrano conservato, molte delle tradizioni popolari, delle canzoni, delle leggende. Infatti, pur adattandosi naturalmente al progresso, i cittadini rimangono fedeli alle loro tradizioni. Ai turisti meno frettolosi quindi, si presenta l’opportunità di ammirare, oltre alla bellezza del nostro panorama, stupendi costumi, di prender parte a moltissime feste popolari accompagnate da vivaci sagre, canti, di assistere a numerose manifestazioni religiose e profane. Un territorio che vanta una particolare propensione alle attività culturali di ogni genere. Mostre, Convegni, Eventi religiosi e Manifestazioni di ogni genere attraversano tutti i 365 giorni dell’anno.

Lu Sant’Andonie (Sant’Antonio), 16-17 Gennaio
Il 17 gennaio nelle Terre del Cerrano si svolge la festa di S. Antonio Abate, una festa molto antica circondata da molte leggende che variano di paese in paese. È caratterizzata da un’ orazione recitata, la sera del 16 gennaio, da un gruppo di persone che cantano per le case e le masserie di campagna “Lu Sand’Andùne”. Il Santo celebrato in questa data non è S. Antonio di Padova ma l’abate di Kòma d’Egitto, vissuto nella seconda metà del III secolo in ritiro nel deserto dopo aver ceduto tutti i suoi beni ai poveri. Sant’Antonio è il protettore del fuoco e degli animali; per questo, soprattutto i contadini, gli sono molto devoti, dato che la morte di un animale domestico è considerato una grande disgrazia. Nelle stalle dei contadini non manca mai un’immagine del Santo. Nei giorni che precedono la festa molti invitano il parroco per benedire le stalle con tutti gli animali. Inoltre, S. Antonio viene invocato anche per resistere al male, detto “Fuoco di S. Antonio”. È tradizione mettere in atto una rappresentazione in cui compare il diavolo, vestito con corna e forcone, nell’intento vano di tentare il Santo. Dopo la rappresentazione si è soliti mangiare salsicce, salsicciotti, formaggio, prosciutto e bere del buon vino.

Quaresima e Settimana Santa
La quaresima, che segue il Carnevale, continua, ancora oggi, a essere un periodo di astinenza e di penitenza; in questo periodo non si fanno feste e non ci si sposa, perché come vuole la tradizione, questo è un periodo di attesa di tempi migliori. Nelle chiese, durante la Quaresima, si tiene la stessa cerimonia per tre giorni consecutivi, chiamata delle “quaranta ore”, ed ha termine nella domenica di passione. I cittadini alle tradizioni religiose ne affiancano altre di carattere superstizioso, le cui origini risalgono a tempi antichissimi, e che oggi sono praticati solo da pochi. Il primo venerdì di Marzo, ci si usava tagliarsi i capelli, affinché questi ricrescessero più lunghi e belli e per poter evitare in questo modo il mal di testa. Al tramonto della domenica delle Palme l’atmosfera, giustamente, si incupisce, si entra così nella settimana Santa che ricorda la Passione di Gesù Cristo. Particolare solennità assume il giovedì Santo, dedicata alla visita dei cosiddetti Sepolcri.

La Passione, periodo Pasquale
In genere si tiene il Giovedì delle Ceneri o comunque nella settimana antecedente la domenica di Pasqua. Si tratta di un evento che si replica nelle Terre del Cerrano da anni. È stata riproposta in tutte le salse dal recitativo sui dialoghi e sulle musiche di lungometraggi celebri come “La Tunica” o “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, fino ad arrivare ad una rappresentazione itinerante per le vie della cittadina. Le rappresentazioni sono suggestive e volte alla valorizzazione anche dei monumenti presenti nel territorio. La manifestazione richiama moltissimi turisti e fedeli che sentono particolarmente l’evento. Le strade e le piazze coinvolte sono affollate di persone e spesso occorre precipitarsi diverse ore prima dell’orario previsto.

Processione del Venerdì Santo
Tradizionale Processione lungo le vie dei centro delle città. Vengono portate a spalla le statue del Cristo morto, della Madonna Addolorata e una rappresentazione del Monte Calvario con le tre croci. È da sottolineare il valore artistico dell’urna di Atri in cui è posta la statua di Cristo: si tratta di un raro esempio, in Abruzzo, di Scuola napoletana della seconda metà del XIX sec.,con una pregevole lavorazione ad intagli decorata a foglia d’oro.

Santa Reparata, Il primo lunedì dopo Pasqua
Da quando Santa Reparata divenne protettrice di Atri, si fecero in suo onore grandi feste con ricche offerte. Secondo la tradizione due sono le feste dedicate a S. Reparata durante l’anno: nella domenica in Albis e il giorno seguente e l’otto ottobre. Oggi la festa viene celebrata il primo lunedì successivo al giorno di Pasqua come “festa pacis Adrie”, cioè festa della pace di Atri. Secondo la tradizione la protettrice di Atri, salvò la città in due occasioni: la prima fu quando, assieme alla Vergine Maria, con delle spade infuocate, liberò miracolosamente la città dagli invasori Saraceni; la seconda, invece, in occasione di un terribile terremoto. Oggi questa festa non è molto vistosa come un tempo, anche se è molto osservata dai cittadini. Il momento centrale della festa è la processione con la statua della Santa, che tiene in mano la riproduzione della città protetta.

Ascensione (Cristo Risorto), quaranta giorni dopo Pasqua
Nella tradizione delle Terre del Cerrano l’Ascensione, un tempo veniva osservata con liturgie, canti e preghiere per fare in modo che vi fosse un buon raccolto e per uccidere tutti quegli animali e insetti che nuocciono al buon esito del raccolto. Infatti, bisogna ricordare che in questo periodo iniziano due momenti importantissimi della vita dei contadini: la mietitura e la trebbiatura. Il giorno dell’Ascensione si mangiano latticini freschi, come quagliate, giuncate e ricotte, questo perché, secondo la tradizione popolare, il latte come l’acqua, ha un potere purificatorio.

Lu Ciancialone, Ultima domenica di Maggio
Una tradizione nata nel XVI secolo, legata alle terribili vicende dei predoni turchi, è quella del “Ciancialone”. Si festeggia l’ultima domenica di maggio nella frazione Silvi Paese (o chiamata anche Belvedere di Silvi) e impegna tutto il paese nell’allestimento di un grosso cilindro costituito di canne legate tra loro, alto fino a dieci metri. Fissato verticalmente nella piazza principale e acceso, richiama attorno una folla festante che danza e fa baldoria fino ad esaurimento del ciancialone. La tradizione è legata a una leggenda ambientata intorno al XIV secolo. All’epoca i Turchi sbarcarono nel porticciolo del Cerrano (l’antico porto di Atri e Silvi) e, dopo avere saccheggiato tutto quello che di utile c’era, si diressero verso la località di Silvi. Tutta la popolazione fu chiamata a difendere la città, allorché un giovane coraggioso di nome Leone scese dalla collina con una fiaccola in mano e li affrontò. Avviandosi, quella fiaccola miracolosamente emanò una luce sempre più intensa, tanto che gli invasori credettero che un intero esercito fosse lì ad aspettarli. Per paura di perdere il bottino già conquistato, si ritirarono.

Estate nelle Terre del Cerrano
Si tratta di un intenso cartellone di eventi, concentrati nel periodo che va da Giugno a Settembre. Grazie al contributo delle Associazioni culturali e dei cittadini, ogni anno in questo periodo si assiste ad una frenetica successione di manifestazioni ed eventi che danno spazio ad ogni genere, soddisfando così, gli interessi e le passioni dei turisti e dei cittadini, per la cultura, la musica, il teatro e l’arte.

Arti e mestieri (Agosto)
A Silvi Paese una volta denominata Castel Belfiore dal primo venerdì dopo la metà di luglio fino al martedì seguente c’è una mostra per le vie cittadine delle arti e dei mestieri “di una volta” per rivivere insieme il passato dell’antica terra abruzzese. Mestieri in primo luogo, quelli della gente di Silvi: c’è il marinaio, il falegname, il fabbro la tessitrice, il contadino, e molti altri. Teatro di tale manifestazione è la roccaforte di Silvi che imponente si affaccia sull’Adriatico. Nelle sue strette vie ci farà vedere i dimenticati attrezzi agricoli e marinareschi. Numerosi artigiani sono in opera dando forma, con le loro mani, ad oggetti antichi e moderni. Inoltre ci sono stand gastronomici per poter degustare i tipici prodotti delle Terre del Cerrano. Nel corso delle serate ci svolgono avvenimenti folkloristici come la corsa degli asini, la corsa coi sacchi e tanto altro come il celebre ballo della pupa.

Assunzione, 14 – 15 Agosto
La sera precedente l’Assunzione, il 14 agosto, ad Atri si svolgeva la fiera delle cipolle per la provvista invernale, questa fiera della vigilia era il preludio della grande fiera, molto rinomata ancora oggi, che si svolge il giorno dell’Assunzione con un afflusso di turisti notevole. Intanto nella Basilica Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, si ripete il rito dell’Apertura della Porta Santa. La porta, chiamata dagli atriani “la porta del perdono”, viene aperta dal Vicario e da la possibilità ai fedeli di ricevere delle indulgenze. Accanto a questa porta, fino a non molto tempo fa, c’era un sarcofago con il corpo del Beato Nicola, il cui teschio era visibile attraverso un vetro. Secondo la leggenda si trattava di un povero mendicante di nome Pisciella che la sera entrò nella chiesa, si addormentò e vi morì, proprio sulla soglia della porta Santa. Le campane della Cattedrale, benché nessuno avesse tirato le funi, si misero a suonare per annunziare la sua morte. La gente, al suono delle campane, accorse in chiesa e accortasi del morto si gridò al miracolo. Da quel momento il popolo cominciò a venerare il Beato, credendo che la sua testa prendesse una posizione diversa ogni anno, e da ciò se ne traeva l’oroscopo per prevedere l’andamento del raccolto. In questo giorno si svolge anche una particolare festa folkloristica, la Sfilata dei carri. È una manifestazione molto suggestiva che richiama parecchi turisti, e ricorda le sfilate che anticamente si facevano a maggio. I carri, trainati da buoi, sono addobbati con fiori, rami ed altri oggetti decorativi, anche i buoi sono decorati, portando i paramenti della festa. Ciascun carro è seguito da dei cori folkloristici provenienti sia da alcune zone del luogo, ma anche da varie regioni d’Italia.

L’Immacolata (Li Faègn – I Faugni), 7-8 Dicembre
Nelle Terre del Cerrano tale festa assume un aspetto particolarmente interessante; la sera che precedeva la festa, secondo la tradizione, lungo i sobborghi dei paesi si accendevano dei falò, dove la gente si raccoglieva per recitare alcune preghiere in onore della Madonna. In Atri, invece, vi è una tradizione che risale a tempi antichissimi, quella dei “faugni”. Nel penultimo articolo (385) dell’antico “Statuto Municipale” vi è un inserzione, che dice: “ut aiunt con faugni di canne”; praticamente, si tratta di un corteo chiassoso che ha luogo all’alba dell’otto dicembre. Esso si snoda fra le cosiddette “rughe” del paese, le vie storiche del centro, con delle fasce di canne secche accese, creando così un’ atmosfera molto suggestiva. Il chiasso festoso servirebbe a svegliare tutti coloro che non partecipano alla veglia per invitarli a parteciparvi. Dopo questo inizio festoso, l’avvenimento continua con la solennità della processione in onore dell’Immacolata. L’avvenimento si conclude, dopo la celebrazione della Santa Messa, con una festosa e simpatica manifestazione che termina con l’incendio di un fantoccio femminile “la pupa”, che arde emanando allegri e rumorosi botti. Infine, un detto popolare, su tale festività, dice: “La Madonne de Cuncette, da Natale diciassette”, cioè dall’Immacolata, mancano diciassette giorni a Natale.

La Vigilia di Natale, 24 Dicembre
Durante la vigilia di Natale è rimasta la tradizione degli “zampognari o ciarmellari” che, vestiti da pastori, attraversano le vie del paese fermandosi di casa in casa per cantare la loro novena. I borghi vengono arricchiti con mercatini, eventi, feste, esposizioni enogastronomiche, degustazioni e, per i piccolini, la “Casa di Babbo Natale” e  Dopo aver digiunato tutto il giorno, la sera della vigilia ha luogo il cenone, il quale, se viene rispettata interamente la tradizione, si compone di nove portate per ricordare i nove mesi della permanenza di Gesù Bambino nel seno della Vergine Maria, oppure di sette portate a ricordo dei sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Nelle case in cui c’è un camino, viene posto sopra il focolare il cieppo (lu ciuccu), nel ricordo di quello che San Giuseppe cercò di trovare nella notte Santa per riscaldare Maria e Gesù Bambino. I carboni del ceppo, fatti benedire dal parroco, vengono poi sparsi nei campi affinché il grano cresca rigoglioso.